“Ripartire da zero” è il progetto della guida alpina di Drena, Omar Oprandi, che a maggio vuole tornare sul Monte Bianco, entro 60 giorni dalla sua ultima operazione, dopo un intenso percorso di riabilitazione. La guida alpina: “Ricomincerò da zero in un viaggio che comprenderà la barca a vela, la bicicletta e lo scialpinismo”
Da Riva del Garda al Monte Bianco: è questo il progetto personale di Omar Oprandi, guida alpina e atleta di scialpinismo trentino, classe 1965.“’Ripartire da zero’ è un progetto personale, ma anche di rinascita – racconta – partirò da una quota quasi pari a zero, dal lago di Garda, per arrivare in cima al monte più alto d’Europa, in un viaggio che comprenderà la barca a vela, la bicicletta e lo scialpinismo”.
Non sarà un primato in quanto a chilometri, ma “per arrivare a quello che facevo prima dell’operazione in così poco tempo è un grande obiettivo, che sento giorno dopo giorno sempre più vicino”.
Due gli interventi di protesi d’anca: quella destra nel 2019, mentre il 14 marzo scorso quella sinistra. “Sono stato un atleta di scialpinismo a livello agonistico fino al 2016. Per vent’anni ho partecipato a competizioni anche di alto livello. Una brutta caduta con gli sci nei primi anni ’90 e per quella destra la lussazione in un incidente stradale nel 1999, oltre ‘all’usura’ per i tanti chilometri fatti con gli sci, gli skiroll, la corsa e le vari escursioni in montagna ha aggravato la situazione. Ora ho due protesi, ma questo non mi spaventa, ce la farò”.
Il percorso partirà da Riva per attraversare il Lago di Garda fino a Salò in barca a vela. Dopo una notte in barca la guida alpina ripartirà in mountain bike fino in Valle d’Aosta, per salire poi il Monte Bianco dal versante francese con gli sci. In bicicletta saranno 5 tappe da circa 80-90 chilometri l’una.
Entro il 10 e l’11 maggio è prevista la salita: “Avevo promesso a due amici che li avrei accompagnati come guida alpina in questa spedizione. È una promessa che voglio mantenere nonostante le operazioni, loro mi aspetteranno per salire insieme”.
Per realizzare il suo progetto, Oprandi è seguito costantemente nella riabilitazione da un preparatore atletico, Eros Grazioli. “Sto seguendo un percorso di riabilitazione con tanta fisioterapia e allenamenti per riprendere bene il movimento. Mi alleno tutti i giorni mattina e pomeriggio, ogni sessione per due ore”.
L’obiettivo, oltre che essere una sfida personale, sarà quella di portare un messaggio di speranza: “Voglio trasmettere ai giovani la voglia di ripartire. Mi fermerò nelle città in cui passerò, terrò dei brevi incontri con chi verrà parlare con me, perché voglio spiegare che lo sport è vita e che è necessario darsi sempre degli obiettivi, anche nei momenti più difficili”.